Scuola di Informazione e Prevenzione

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“La droga ti prende tutto ma non ti dà nulla”
25 maggio 2017 News, Secondaria I Grado
ANCDA - Fiuggi
Sabato 25 marzo 2017, noi alunni delle classi terze dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Armellini di Boville Ernica, insieme ai nostri insegnanti, ci siamo recati presso la sede dell’ A.N.C.D.A. di Fiuggi per ascoltare le testimonianze di persone affette da problemi di dipendenza e del loro “faticoso” viaggio alla ricerca di una via d’uscita.
L’Associazione Nazionale contro il disagio e l’alcolismo, da molti anni, attua un efficace e motivato lavoro nel recupero e nel reinserimento sociale e umano delle persone portatrici di un disagio, dipendenti da sostanze, da gioco compulsivo o da alcool… L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare le persone verso la conoscenza dei problemi e far comprendere loro che il disagio umano e la dipendenza hanno elementi che accomunano molte persone e sono degni di comprensione e di rispetto. La fragilità delle persone dipendenti può e sa insegnare la profondità e la sensibilità dell’uomo, anche quando ha problemi di salute.
Siamo partiti da scuola alle nove circa e, dopo mezz’ora siamo arrivati al “Villaggio dell’ ottavo giorno”, una graziosa struttura ordinata e silenziosa, immersa nel verde delle colline e chiamata così perché l’8 giorno è quello della speranza e della resurrezione.
 Ad accoglierci nella grande sala c’era il Presidente dell’Associazione il dott. Vito Grazioli, che ci ha spiegato le conseguenze ed i rimedi per combattere la tossico-dipendenza.
Successivamente, sono stati proiettati diversi video nei quali, alcuni dottori dell’ospedale Policlinico Umberto I di Roma parlavano delle problematiche relative all’uso dell’alcool che, se assunto in una quantità superiore ai 40/50 g per gli uomini e 30/40 g per le donne, può causare gravi conseguenze che si ripercuotono direttamente sull’organismo delle persone che ne fanno uso. Essi hanno, inoltre, affermato che l’ alcool può causare gravi danni cerebrali tra cui l’atrofia; spesso, poi, ad ammalarsi sono proprio gli organi che assorbono queste sostanze nocive quali il fegato, i polmoni ed il cervello. Infine, ci hanno fatto capire che queste sostanze creano una vera e propria assuefazione, che porta il singolo individuo a non poterne fare a meno, danneggiando non solo il proprio fisico, ma anche la propria psiche.
Questo malessere psico-fisico, porta l’individuo ad isolarsi, allontanando di conseguenza tutte le persone a lui più vicine. Infatti, ogni testimone ha raccontato di essersi ritrovato del tutto solo, senza più l’affetto della famiglia, dei figli o degli amici.
Purtroppo, quelli che cadono in questa trappola oscura della dipendenza – dalla quale una volta entrati è davvero difficile uscirne – sono proprio i ragazzi che, o per la voglia di provare o per sentirsi accettati dal gruppo, o per sentirsi potenti e quasi invincibili, si ritrovano all’ interno di una spirale destinata a non avere una via di uscita se non si hanno a disposizione la struttura ed il supporto adeguati.
Tutte le testimonianze alle quali ho assistito mi hanno suscitato fortissime emozioni, ma quella che mi ha colpito maggiormente è stata la storia di Deborah, una ragazza che, tramite un video, ci ha parlato dei suoi gravi disturbi psichiatrici, avuti a causa dei problemi di alcolismo del padre. L’essere costretta ogni giorno ad assistere ai continui litigi dei genitori, che spesso culminavano con l’uso della violenza da parte del padre nei confronti della madre, aveva provocato in lei gravi problemi psichici, quali la depersonalizzazione e l’aggressività nei confronti del padre, tali da richiedere il ricovero presso una struttura sanitaria con cure farmacologiche e supporto psichiatrico. La gravità della sua situazione aveva gradualmente indotto suo padre a smettere di bere.
Tutti coloro che frequentano il villaggio sono accomunati dal fatto che sono persone portatrici di un disagio che, a volte, può anche essere di tipo alimentare, come nel caso di Serena.
Il disturbo alimentare è una malattia che porta un individuo ad ingurgitare una quantità eccessiva di cibo, per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e quindi a non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico). Serena aveva sempre tenuto nascosto ai suoi familiari questo suo problema, fino a quando non capì di essere di fronte ad un grave disturbo: la bulimia.
Concluso questo particolare percorso di conoscenza e di approfondimento relativo alle varie dipendenze ed alle loro problematiche, posso dire che quello che più mi ha colpito è sapere che dietro ad ognuna di queste situazioni ci sono ragazze e ragazzi, uomini e donne proprio come noi. La dipendenza, quindi, non è un problema ma “una persona con tanti problemi”. Proprio questo pensiero mi ha fatto molto riflettere sull’ importanza di impegnarci tutti nel comprendere, nel divulgare e nell’ evitare ogni situazione di pericolo. Noi ragazzi dovremmo capire, grazie a questa toccante esperienza, che bisogna stare lontani da tutto ciò che genera dipendenza!
Perdere il controllo di sé, per un momento di inconsapevole debolezza, significa, davvero, farsi sfuggire dalle mani la propria vita e con essa gli affetti, i sentimenti, i sogni e tutte le piccole cose che fanno di ogni giorno un giorno speciale. E tornare indietro non sempre è semplice e, addirittura, possibile!
Queste persone sono vive solo grazie al dott. Grazioli che, con una penna, un quaderno e ad una terapia di gruppo giornaliera, ha salvato, sin dal 1998, la vita di tante persone…
Mi chiedo: come possono un quaderno e una penna curare la dipendenza? Ciò che cura, in realtà, è la possibilità di raccontare la propria vita a qualcuno che ‘metaforicamente’ (il quaderno) sia in grado di ascoltare, in silenzio, le emozioni di chi porta dentro un grande dolore.
Ed io ho ascoltato con un silenzio che scoppiava nel mio cuore, le parole e le voci delle ‘donne forti’: donne reali come mamme, sorelle, figlie, mogli, compagne…che ogni giorno prendono per mano la loro vita e quella delle persone che amano, sorridendo al futuro senza timori o paure. Sono le donne definite ‘il sorriso di Dio’ che vanno rispettate e mai violate. Esse sono il sole dell’Universo e sono la speranza di ogni giorno.
Ma ciascuno di noi è speranza di ogni giorno e lo sono, soprattutto, coloro che pensano di ‘non potercela fare’.
Auguro proprio a loro di poter, un giorno, dire con orgoglio: – Ormai sono alla fine del mio percorso di recupero, ho ritrovato me stesso e la mia autostima senza più dover ricorrere a nessun tipo di dipendenza; ho ritrovato mio figlio e sono più presente; la mia famiglia è fiera di me e io posso finalmente dire: ce l’ho fatta.”
Francesca Picarazzi
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Viaggio al centro A.N.C.D.A. di Fiuggi
8 aprile 2016 In Evidenza, News, Secondaria I Grado, Visita scolastica
ANCDA - Fiuggi
Scritto da Giada Capogna – Classe 3C – a.s. 2015/2016
 
Sabato 19 marzo, noi alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di 1° grado dell’I.C. di Boville Ernica siamo andati a visitare uno dei più importanti centri di disintossicazione della nostra regione: L’ANCDA di Fiuggi (FR).
Siamo partiti da scuola alle otto e trenta circa e, quando siamo giunti al Centro, siamo stati accolti in una grande sala, dal Direttore, il Dott. VITO GRAZIOLI che ci ha spiegato sinteticamente la nascita di quell’Istituto e ci ha illustrato ciò che avremmo fatto nelle ore successive.
In un video proiettato al momento, abbiamo appreso dal Dottor Gasbarrini le conseguenze nocive che subiscono gli organismi delle persone che fanno uso di alcol o di droghe. La cosa che più mi ha colpito è che queste persone vanno incontro alla morte quasi certa, volontaria, e non se ne rendono conto. La droga, come anche l’alcol o altre dipendenze, rappresentano un “problema” che affligge l’uomo da sempre ma, in questi ultimi anni, si sta espandendo sempre di più. Quelli più a rischio sono appunto i ragazzi che, per diversi motivi come la curiosità, la voglia di provare o la necessità di dimenticare la realtà poco soddisfacente che li circonda, si rifugiano in quello che può sembrare un paradiso irreale e perfetto. Questo è stato il caso di Stefano, un ragazzo di vent’anni, che è intervenuto raccontando la sua storia. A causa dell’alcol e delle droghe ha rischiato di rovinarsi la vita per sempre. Ha raccontato di aver cominciato a bere alla nostra età, con il pretesto della separazione dei suoi genitori. Poi a sedici anni e mezzo è finito in coma per la prima volta ma, nonostante avesse rischiato di morire, ha continuato a bere, finendo a diciotto anni in coma per la seconda volta. Solo in quel momento Stefano ha capito che il suo era un problema serio e, grazie all’aiuto di questo centro di disintossicazione, va recuperando lentamente ogni forma di disagio. Abbiamo ascoltato le storie di diverse persone dipendenti dall’alcol, dalle droghe, dal gioco…
Ogni storia ha il suo problema ma tutte sono accomunate da una cosa sola: la dipendenza. Giungere a questo Centro è possibile, anche grazie all’amore dei familiari, che nei momenti più difficili non abbandonano mai i loro cari. Dopo i racconti delle varie persone abbiamo visto un filmato in cui ci è stato spiegato come è facile diventare dipendenti. L’uso dello spinello, ad esempio, che molti di noi non considerano pericoloso, può portare sulla strada della dipendenza. Infine abbiamo visto un filmato in cui un giovane ragazzo astemio, di nome Marco, si è sottoposto ad un esperimento per dimostrare i danni che provoca l’alcol ad una persona alla guida di un autoveicolo e le conseguenze che scaturiscono dagli incidenti che esso provoca. Per prima cosa hanno sottoposto il ragazzo ad un prelievo di sangue prima dell’assunzione di alcol e successivamente lo hanno invitato ad una simulazione di guida. Poi si è sottoposto all’assunzione di super alcolici e nell’arco di tre ore gli hanno ripetuto varie volte il prelievo di sangue ed il test di giuda. In seguito i campioni di sangue sono stati analizzati dall’ospedale. I risultati delle analisi hanno rivelato che prima di aver assunto alcol, Marco aveva un tasso alcolemico di 0,3cl; a venti minuti dall’assunzione il tasso era salito a c.a. 30 cl e la sua guida era diventata sempre più difficile da gestire. Marco con soli 2 bicchieri di super alcolici, a 40 minuti dall’assunzione, aveva raggiunto i 60 cl, grado superiore alla norma; durante la guida il ragazzo era in serie difficoltà, non riusciva a tenere il controllo della macchina e si fermava spesso. Questo esperimento è stato effettuato per farci capire la gravità della situazione nel caso in cui si assumano sostanze stupefacenti o alcol. In questa giornata ho capito che la dipendenza è una grave malattia e tutti quei ragazzi presenti oggi ci hanno voluto far capire che bisogna prevenire queste situazioni prima che sia troppo tardi perché una volta entrati in questo circolo vizioso è difficile, se non impossibile, uscirne. Queste sono storie reali di gente come noi che ha sbagliato, rovinandosi la vita per sempre; ora l’informazione e la conoscenza dei fatti possono aiutarci a non cadere in questa brutta malattia che genera le dipendenze umane. A conclusione di questa significativa giornata, abbiamo visto un video dedicato alle donne forti che sono state definite “il sorriso di Dio” siano esse madri, mogli, sorelle o figlie.
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Riflettere, incontri che ci aiutano a riflettere
GEN 23
Pubblicato da liceoceccano 
 
di Luisa Coppolaro, II B 
ancda2 Nella mattinata del 18 Gennaio 2014, alcuni alunni delle classi 2A,2B,2D si sono recati presso la sede a Fiuggi dell’associazione Ancda (Associazione Nazionale Contro il Disagio e l’Alcolismo) per assistere alle testimonianze di alcuni ex-dipendenti dalle molteplici droghe che ci circondano, tra le più comuni troviamo: alcool, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo. Questi ”maestri di vita”, ci hanno dato, attraverso le loro testimonianze, alcuni importanti spunti di riflessione. Personalmente ho notato che, nonostante i tipi di dipendenza fossero diversi tra loro, le conseguenze sono state le stesse per tutti. Sono riuscita a capire che tali dipendenze, creano una vera e propria assuefazione che porta il singolo individuo a non poterne farne a meno, danneggiando non solo il proprio fisico, ma anche la propria psiche.
Questo malessere psico-fisico porta l’indivudio ad isolarsi, allontanando di conseguenza tutte le persone a lui più vicine. Infatti ogni testimone ha raccontato di essersi ritrovato del tutto solo, senza più l’affetto della famiglia o degli amici, quelli veri. Questi infatti erano circondati soltanto da persone che non volevano il loro bene, ma approfittavano di essi e delle loro debolezze, peggiorando lo stato di tossico-dipendenza che li caratterizzava.
Il dottor Vito Grazioli, ha definito il disagio, la dipendenza, l’alcolismo come ”amore ammalato che ha bisogno d’aiuto” e lui, come altri dottori che si occupano di questoancda1 genere di cose, hanno i mezzi necessari per curare questo amore; non si tratta di medicine, ma di prendere per mano questi ragazzi e farli uscire da quel labirinto che è la dipendenza.
ancda3Gli ex-dipendenti, hanno esclamato ad occhi lucidi davanti a tutti noi, di essere fieri di loro stessi, ora che riescono a controllare quell’impulso che il loro cervello gli trasmetterà per forse tutta a vita.
La maggior parte dei ragazzi, incuriositi, ponevano domande alle quali i singoli testimoni davano, forse anche con un po’ di fatica essendo la testimonianza stessa una terapia per ognuno di essi, risposte. Tra queste quella che mi è rimasta più impressa è stata la seguente:
”-Ora che ne è consapevole, cosa la spinge a resistere alla tentazione?”
”-La paura. Ora so che se dovessi ricascare in questa terribile trappola, non ne uscirei più. Così con tutte le mie forze ho dovuto rinunciare a molte cose: partecipare a feste, uscire con molti dei miei vecchi amici, se così vogliamo chiamarli. Non voglio sapere più nulla della mia vecchia vita, per il mio bene, ma soprattutto per il bene di mio figlio, che ha soli tre anni. Quelle sostanze avevano annullato ogni traccia di sentimenti nel mio cuore, ero diventato un mostro. Ora posso correre in contro a mio figlio, o ad i miei genitori, ed abbracciarli come non ero mai riuscito a fare prima.”
Pubblicato su Convegni, Studenti
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Una droga tira l’altra, l’incontro a Fiuggi
GEN 17
Pubblicato da liceoceccano 
ancda 
di Qazim Xhahysa, II E
Io, Qazim, sono un alunno della classe 2E la quale assieme alla classe 2C il giorno Sabato 12 Gennaio è andata a visitare il centro ANCDA (Associazione Nazionale contro il Disagio e l’ Alcolismo) di Fiuggi per avere dei chiarimenti e sentire delle testimonianze sugli effetti dell’ uso di droga e alcol. Una volta arrivati abbiamo avuto a malapena il tempo di ammirare il bel paesaggio (infatti il centro si trova in una zona ricca di vegetazione e alte colline) che ci hanno fatto entrare in una sala munita di proiettore e abbiamo cominciato a parlare dell’ alcol e dell’ uso improprio che se ne fa, soprattutto tra i giovani, ci hanno fatto vedere dei video sugli effetti che l’ alcol ha su corpo e mente umana, effetti spiegati da esperti medici. Nel video assieme alla spiegazione apparivano a volte immagini spesso crude di trapianto di fegato e fegato cirrotico, immagini che colpiscono e fanno ragionare molto. A seguito abbiamo sentito le testimonianze di persone in cura all’ ANCDA per alcolismo, tossicodipendenza e problemi alimentari (come la bulimia). Faceva risalto una cosa comune che tutti i tossicodipendenti ribadivano, cioè tutti loro avevano cominciato più o meno all’ età di quattordici anni con il primo spinello e a causa del fatto che “una droga tira l’ altra” avevano finito per assumere cocaina, crack ed eroina. Abbiamo sentito anche la testimonianza di una donna malata di bulimia e ci hanno fatto vedere un video sullo spinello che potete trovare qui
Il momento più emotivamente intenso della giornata è comunque stato la visione del video sull’ effetto dell’ alcolismo in famiglia, 
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